Attività in grotta

Vademecum per le operazioni post-scavo
(lavaggio, setacciatura, vaglio, stoccaggio dei materiali)

1. Premessa

Lo scavo di Grotta di Fumane è un cantiere attivo da più di vent’anni e spesso indagato contemporaneamente, con approccio stratigrafico, in settori di scavo diversi, sia dal punto di vista spaziale che da quello cronologico e culturale. Le operazioni di scavo e il trattamento successivo dei materiali sono dunque molto importanti per recuperare i materiali rinvenuti che saranno oggetto di studio.

Lo scopo di questo sintetico Vademecum è quello di fornire alcune indicazioni fondamentali per facilitare l’attività di chi lavora nella fase post-scavo, in particolare per le attività di setacciatura, lavaggio, vaglio e stoccaggio dei materiali.

2. Materiali rinvenuti

Lo scavo si caratterizza per una grande quantità e varietà di materiali rinvenuti, che consistono in reperti e manufatti ossei e in materie dure animali (denti, palco, corno..), litici (selci/calcari/pietre scheggiate, pietre dipinte, percussori, pietre di strutture di combustione, ecc.), elementi di ornamento (ad es. conchiglie marine), carboni, microfauna, malacofauna. A queste categorie principali si aggiungono vari campioni che possono essere prelevati sullo scavo (ad es. campioni di sedimento, campioni di carboni..), importanti per la ricostruzione dei processi di formazione del deposito e per la ricostruzione paleoambientale.

3. Organizzazione del cantiere

La ricerca archeologica nel cantiere di Fumane viene effettuata attraverso due fasi: quella dello scavo stratigrafico e quella del recupero dei reperti attraverso il vaglio del sedimento asportato.
L’area di scavo è suddivisa in quadrati di 1 m di lato, ciascuno denominato con un numero. Ognuno di essi viene ulteriormente suddiviso in quadratini, generalmente di 33 cm di lato, a cui vengono assegnate delle lettere in corsivo (ad es. a, b. c, d…). Se i quadratini di 33 cm vengono ulteriormente parcellizzati (ad es. nel caso dello scavo di strutture complesse o di focolari..), essi possono venire indicati in maniera diversa, ad esempio associando dei numeri romani, a discrezione del responsabile di scavo.
L’unità stratigrafica viene invece indicata con il nome alfanumerico, che viene cerchiato interamente.
In base alle scelte degli scavatori possono effettuarsi dei tagli artificiali sulle unità più spesse oppure possono venire realizzati più fasi di intervento che si vogliono mantenere distinte (ad esempio diverse fasi di asportazioni, che possono essere indicate come “prima”, “seconda” ecc.).
Nella trascrizione di un cartellino si devono ricopiare esattamente tutte le scritte del cartellino originale che accompagna i materiali. In caso di problemi o di dubbi sull’interpretazione, ci si rivolga al responsabile del vaglio, o, in sua assenza, al responsabile del settore di scavo da cui proviene il materiale/cartellino dubbio.

Es. di scritta su un cartellino:

im-1

Durante lo scavo alcuni materiali vengono rilevati singolarmente e classificati con un numero e hanno un trattamento diverso rispetto al deposito da setacciare e vagliare (cfr. infra).

3. Le fasi post-scavo

Lavaggio

Il deposito asportato dallo scavo viene inviato al settore vaglio e da lì viene recuperato dalle persone addette al lavaggio. Ogni secchio viene svuotato in un numero di setacci adeguato (si faccia attenzione a non fare setacci troppo pieni sia per il peso eccessivo, sia perché questo rende più difficile la pulizia del materiale). In ogni setaccio viene posto un cartellino ricopiando quello originale contenuto nel secchio.

Il setaccio va sgrossato a secco togliendo tutto lo scheletro più grossolano (si faccia comunque attenzione, ai manufatti rivestitti di sedimento e alle pietre con arrossamenti o tracce di ocra..) in modo che selci e reperti ossei siano meno rovinati dagli urti meccanici.
Successivamente il setaccio va lavato in acqua nelle grandi vasche immergendolo completamente e facendo in modo che il terriccio scenda per sospensione. Si faccia attenzione in questa fase al recupero dei carboni che tendono a rimanere a galla.

Le vasche del lavaggio si riempiono molto rapidamente e quindi l’acqua va cambiata quando necessario.
L’ultima fase prevede il lavaggio del setaccio sotto un getto d’acqua. E’ importante che il setaccio arrivi a questa fase senza pietrame grossolano e con meno terriccio possibile, per limitare il danno ai reperti e per evitare che la vasca dell’idropulitrice si riempia rapidamente di deposito. Per verificare che il setaccio sia ben lavato passare le mani nel materiale: se si riscontra la presenza di fango bisogna insistere con la pulizia. Quando asciutto, infatti, un setaccio mal lavato presenta una quantità di sedimento fine che non permette di distinguere bene i reperti.

Una volta lavato il setaccio, con il suo cartellino, viene deposto al sole e lasciato asciugare.

Vaglio

La scelta dei setacci da vagliare deve privilegiare quelli più asciutti per facilitare le cernita dei materiali. Il materiale del setaccio viene deposto su un vassoio bianco mentre il cartellino del setaccio deve essere riposto nell’apposito vassoio a scomparti per la raccolta dei materiali.

Nel vaglio vanno distinte:
– ossa
– ossa combuste
– denti
– palco/corno
– selci
– carboni
– ocra
– resti di microfauna (ossa e denti)
– malacofauna
– conchiglie marine
– …qualsiasi altra cosa risulti anomala rispetto allo scheletro che ingloba il materiale, ad es. pietre non locali..).

Per monitorare i passaggi del materiale dallo scavo al vaglio e per ottimizzare la preparazione delle buste con i reperti, si consiglia di utilizzare il quaderno del vaglio (Vedi Allegato A).

In esso vengono annotate quadrato, quadratino e US del materiale che passa dai secchi al setaccio, in modo da sapere quanti setacci vengono ricavati da un secchio (ad es. se da un secchio si ricavano 5 setacci, si barreranno le caselle fino a quella corrispondente al numero 5 compresa).

Quando il setaccio viene portato via per il vaglio si farà una controbarra sulla riga corrispondente (controllando la dicitura del cartellino). In questo modo quando una persona sceglie un setaccio da vagliare saprà se la stessa serie di setacci è già stata iniziata da qualcuno e si potrà provvedere all’unificazione del materiale dei vassoi per la raccolta. Analogamente il quaderno permette di individuare le serie di setacci completate (quando in corrispondenza di una riga ci sono tutte X) e si potrà procedere ad imbustare le diverse categorie di materiali.

Nella colonna riservata alle note, è opportuno apporre la firma di chi ha compilato la riga, e apportare eventuali note utili alle operazioni di vaglio.

4. Trattamento dei reperti litici

Si possono distinguere varie categorie di reperti litici:

– pezzi rilevati in scavo
– pezzi recuperati dal vaglio
– casi “speciali” (pezzi con residui di carbone, di ocra, selci bruciate, pietre ocrate…)

Per quanto riguarda i manufatti rilevati in scavo, generalmente arrivano al vaglio separatamente in bustine di carta; essi vanno lavati ed imbustati in nuovi sacchetti di plastica, su cui si dovrà ricopiare la dicitura esatta del sacchetto di carta che li conteneva. Sul sacchetto sono riportati:

– il nome dello scavo e l’anno (ad es. RF 2007)
– quadrato, quadratino (ad es. 76 g)
– US (ad es. A3, cerchiato)
– eventuali riferimenti a strutture o tagli dell’US (ad es. A3/SIII)
– il numero progressivo del pezzo che viene quadrettato1.

I pezzi rilevati possono essere lavati con uno spazzolino dalle setole morbide o pennellino purché i movimenti non siano eccessivamente energici, con semplice acqua. Se sono presenti concrezioni resistenti non si insista troppo, esse verranno eventualmente asportate nella fase di studio. Successivamente vengono deposti su vassoi, magari su carta assorbente, conservando il riferimento ai rispettivi sacchetti (ad es. mettendo i pezzi vicino o sopra al loro sacchettino; provvedere anche a che non volino via i sacchettini di plastica se i vassoi vengono messi all’aperto ad asciugare).
Le selci combuste su cui si intende realizzare una datazione arrivano al vaglio avvolte nella carta stagnola e non devono essere esposte alla luce, né toccate né lavate.

Per la sostituzione di sacchetti di carta con i minigrip in plastica, si raccomanda:

– di scegliere un sacchetto abbastanza grande per il reperto (non si deve fare fatica ad estrarlo e a reinserirlo; se mancano i sacchetti più grandi chiedere al responsabile del vaglio)
– di scrivere con un pennarello indelebile sulle righe bianche, l’unico punto in cui la scritta non si cancella col tempo
– riportare il numero del pezzo quadrettato sia in alto a destra (facilita la ricerca del pezzo), sia sulla prima riga bianca, a destra (dove il numero non subirà cancellazioni cfr. esempio)

Schema di un minigrip per un pezzo rilevato:

minigrip

Per quanto riguarda i reperti litici recuperati nel vaglio, si cerchi di distinguere tra selci bruciate e selci non bruciate. Qualora nel vaglio vengano recuperati reperti particolarmente significativi (ad esempio manufatti ritoccati o lame/schegge ritenuti interessanti dal punto di vista tecnologico/funzionale), il responsabile del vaglio provvederà ad imbustarli separatamente, a seconda delle indicazioni del responsabile di scavo.
In presenza di selci bruciate o di casi particolari (cortici incisi? Depositi di ocra? Residui di collanti o carbone?) è opportuno evitare il lavaggio e riporli protetti da carta stagnola dentro un minigrip di plastica.

Per la siglatura del pezzo, ove la dimensione lo consenta, va riportata la scritta RF seguita dalle indicazioni di quadrato, quadratino, US (cerchiata) e numero del pezzo (quadrettato).
Per la siglatura si utilizzi un pennarello indelebile a punta sottile (ad es. Stabilo “S”).
Per i manufatti scheggiati, la siglatura va effettuata sulla faccia ventrale; su nuclei o blocchetti corticali si scelga una parte dove la scritta possa essere leggibile.

NB: siglare lontano dai margini o dalle aree interessanti dal punto di vista dello studio tecnologico e funzionale (margini, ritocchi, bulbi, punti di impatto…)

5. Trattamento di reperti in osso, materia dura animale, conchiglie

Analogamente ai reperti litici, alcuni reperti ossei e in materia dura animale arrivano allo scavo separatamente come reperti rilevati, mentre altri vengono recuperati durante la fase di lavaggio e vaglio.
Per quanto riguarda i reperti rilevati, essi vengono lavati con acqua (possibilmente tiepida) ed un pennellino, senza immergerli nell’acqua affinché non si impregnino troppo. Le ossa vengono quindi lasciate asciugare su carta assorbente, senza perdere il riferimento al rispettivo sacchetto. Il sacchetto di carta viene sostituito con un minigrip di plastica (per la preparazione del sacchetto si veda il precedente paragrafo). Prima di essere inserite nel minigrip di plastica, le ossa devono completamente asciutte; in ogni caso forare il sacchetto in maniera da lasciare uscire l’umidità.

I reperti recuperati durante il vaglio vengono distinti in ossa/denti di macromammiferi (divisi in combusti o non combusti) e ossa/denti di micromammiferi.
Se nel vaglio vengono recuperati reperti particolarmente significativi (ad es. ossa o palco lavorato, ossa con strie di macellazione, conchiglie marine..) essi possono essere imbustati separatamente. Nel caso delle conchiglie marine, è opportuno riporle separatamente proteggendole con del cotone e all’interno di una scatolina chiusa.

6. Carboni per datazioni

I carboni per le datazioni prelevati sullo scavo (che possono essere rilevati o meno) arrivano al vaglio avvolti in carta stagnola e dentro sacchettini di carta da sostituire con minigrip in plastica su cui si ricopierà esattamente la scritta del sacchetto originario (cfr. paragrafo 4).
NB: non aprire la stagnola.

7. Stoccaggio finale dei materiali

A parte i reperti rilevati e i carboni per le datazioni, che verranno messi in scatole separate, per quanto riguarda gli altri materiali recuperati nel vaglio si dividano in diversi contenitori le varie categorie di materiali:

– microfauna
– macrofauna (ossa combuste e ossa non combuste)
– carboni da scavo
– carboni per datazioni
– selci/pietre lavorate (combuste o non combuste)
– pietre con probabili tracce di ocra
– altro (materiali sporadici)

Alla fine dello scavo di una unità stratigrafica è buona norma un controllo per tutte le categorie di reperti in maniera da evitare errori di dicitura, raggruppando i sacchetti per quadrati e quadratini (in modo da unire anche le buste uguali) e controllare con il responsabile di scavo che le scritte riportate sui sacchetti siano esatte.

Allegati:

Allegato A

fiche lavaggio e setaccio fumane