Progetti finalizzati

Rediscovering the Uluzzian in Italy

Principal Investigators: Marco Peresani, University of Ferrara

Co-investigators: Annamaria Ronchitelli, University of Siena; Thomas Higham, University of Oxford; Stefano benazzi, University of Bologna

Promotor: the Leakey Foundation, Spring 2015 Grants Cycle.

Duration: 2015 – 2016


This project seeks to achieve new palaeoanthropological and cultural data about the presence of the first Anatomically Modern Humans (AMH) in Western Eurasia and more precisely in central Mediterranean Europe during MIS3 and their possible interaction with the local population, the Neanderthals. Within this context, the Italian Peninsula is of vital significance. The aim is to reconstruct the behavioral dynamics across the Uluzzian, one of the most crucial technocomplexes of the Middle-Upper Paleolithic transition, which has recently been attributed to the earliest diffusion of AMH in Mediterranean Europe. Despite recent advancements in regards to chronology, subsistence and bone technology, much data are further required on other evidence, such as stratigraphy, taphonomy and lithic technology. The latter is of utmost importance for exploring the innovations generated beyond 43ky BP, and the possible continuity or rupture with local traditions. To this end, sites recently discovered like Riparo del Broion and others not completely explored across Italy (grotta di Fumane, Grotta di Castelcivita, Grotta La Cala, Grotta di Uluzzo C) have high standards of archaeological integrity, fine stratigraphic resolution, and abundance of anthropological signatures. These sites will be the focus of our investigation also through the completion of lithic studies for over one year till the end of the project, the august 2016.

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Residue analysis of lithic artefacts

Strumenti, funzioni e materiali lavorati. Valutazione delle possibilità di indagine sui microresidui organici in associazione ai manufatti litici. Coordinatore: Veerle Rots, Universitè de Liège Promotori: Università di Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistici – Universitè de Liège, Département de Sciences Historiques. Periodo: 2014 – 2017 La presenza di numerosi livelli antropizzati nei depositi paleolitici di Grotta di Fumane offre ampie possibilità di indagine e di sperimentazione di nuove tecniche analitiche. Una di queste riguarda la determinazione dei residui organici integrata all’analisi funzionale dei manufatti litici e in materia dura animale. Strumenti rappresentati da semplici schegge o da manufatti più elaborati mediante il ritocco o un’altra trasformazione di una loro parte, possono ancora mantenere aderenti sulla loro superficie i residui dei tessuti organici con cui sono venuti a contatto durante il loro ciclo funzionale, generalmente l’ultimo. Sangue, collagene, grasso ma anche piume e altro materiale proveniente dalla lavorazione delle carcasse animali, vari materiali vegetali come fibre, spore, ecc., quando vengono individuati in associazione incontrovertibile con parti funzionali di strumenti, costituiscono una potenziale risorsa di informazioni sulle economie e le strategie di sussistenza degli ominini, in questo caso Neandertal e primi Uomini Anatomicamente Moderni. Avviata in Europa con risultati interessanti, la ricerca di molecole organiche trova applicazione sui livelli aurignaziani e musteriani del sito veronese, grazie alla collaborazione del Laboratorio TRACEOLAB diretto dall’archeologa Veerle Rots, Ricercatore Qualificato del FNRS, in forza al Département de Sciences Historiques dell’Università di Liegi, Coordinatrice del Traceolab e Principal Investigator del Progetto ERC Starting Grant Evolution of Stone Tool Hafting in the Palaeolithic. Per Fumane, il progetto richiede un primo test di verifica della presenza dei residui organici nei sedimenti e su un nutrito campione di manufatti litici raccolto secondo un rigido protocollo volto ad evitare qualsiasi forma di contaminazione. L’analisi verrà eseguita nei laboratori dell’Università belga e, qualora fornisca risultati positivi, darà avvio a un piano di campionamento su ampia scala. Link: http://www.unife.it http://www.ulg.ac.be/cms/j_5871/repertoires?uid=u216707 http://139.165.56.48/prehist/?page_id=3690
Universita' di Ferrara Veerle_def

Caratterizzazione e origine dell’ocra nell’aurignaziano di Fumane

Enti di Ricerca: Università di Pavia, SUPSI, Università di Ferrara Da lungo tempo, l’ocra sembra aver acquisito un significato specificatamente simbolico nella storia dell’evoluzione umana, come testimoniato dal’uso di questi pigmenti per decorare le grotte, gli oggetti ornamentali, i corpi dei defunti. Nell’Aurignaziano di Fumane, l’ocra rinvenuta al suolo e sulle pitture mobiliari è abbondantemente presente soprattutto nella sua versione rossa piuttosto che gialla. Per questo motivo è stato lanciato un progetto di ricerca che intende stabilire l’esatta origine delle materie prime impiegate a Fumane, con l’intento di delineare possibili itinerari connessi all’approvvigionamento delle terre coloranti. In effetti, la regione veneta è nota per l’abbondante disponibilità di terre rosse, gialle, verdi e nere che ha rivestito in passato grande importanza. A parte la ben nota Celadonite di Monte Baldo, solamente pochi studi sono stati effettuati in passato e ai giorni nostri. Il progetto si configura nell’ambito di un Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pavia in collaborazione con la SUSPI, la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, e l’Università di Ferrara. La metodologia di studio prevede un rilevamento dei depositi/miniere di ocre con l’intento di comprendere il ruolo dell’ambiente geologico nella loro formazione e/o deposizione, seguito da preventive analisi petrografiche del materiale raccolto al fine di studiare la microstruttura (stratificata o massiva), la mineralogia della frazione detritica e la composizione della roccia madre o roccia ospitante. L’esame petrografico sarà integrato con analisi XRD in modo tale da confermare le analisi microscopiche, quantificare le fasi minerali, valutare il grado di cristallinità dei composti coloranti e dei minerali argillosi associati. Analisi geochimiche degli elementi maggiori mediante XRF sono da ritenersi necessarie per identificare eventuali fasi amorfe non identificabili con l’XRD. Non si esclude inoltre una possibile analisi geochimica degli elementi in tracce. In aggiunta, le analisi mineralogiche e chimiche saranno eseguite sulle ocre trasformate (dopo lavaggio e calcinazione delle ocre gialle a diverse temperature) al fine di comprendere l’entità delle trasformazioni mineralogiche e geochimiche avvenute. Links: http://www.supsi.ch/home.html http://sciter.unipv.eu/site/home.html
Supsi unife

La Grotta di Fumane, gli ultimi neandertaliani e i primi Sapiens nei Monti Lessini. Ricerche 2013.

Coordinatore: Marco Peresani, Università di Ferrara Promotori: Università di Ferrara, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Comunità Montana della Lessinia – Parco Naturale Regionale della Lessinia, Comune di Fumane Partners: Max Planck Institute, Foundation Fyssen, Impresa di Costruzioni e Restauro Roberto Gardina, Banca CC Valpolicella Benaco, Azienda Vitivinicola Albino Armani Il progetto riguarda la campagna di scavo e ricerche sul sito che si svolgerà nel periodo agosto-settembre 2013 sotto la Direzione dell’Università di Ferrara. In regime di concessione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, la campagna sarà sostenuta dalla Comunità Montana della Lessinia – Parco Naturale Regionale della Lessinia, dal Comune di Fumane, dal Department of Evolutionary Anthropology del Max Planck Institute, dalla Foundation Fyssen e da vari sponsor privati (Impresa di Costruzioni e Restauro Roberto Gardina, Banca CC Valpolicella Benaco, Azienda Vitivinicola Albino Armani). Obiettivo del progetto è approfondire e completare l’esplorazione dello strato A9 risalente a 47,6 mila anni fa, che nella scorsa campagna di scavo restituì resti faunistici di ungulati, resti di uccelli, selci scheggiate e carboni in grande quantità e in ottimo stato di conservazione. Restano pochi metri quadrati da scavare, dopo avere rimosso il soprastante strato sterile A7. Si prevede di riportare alla luce altri resti di focolari e accumuli di prodotti della combustione, in una zona che nelle precedenti campagne fornì massicce evidenze di uso del fuoco. Un secondo obiettivo è la verifica dello stato di conservazione dei depositi protetti dal muro che chiude l’imboccatura della cavità. Infine, un terzo obiettivo consiste nella scansione del sito e nell’esplorazione geognostica dei suoi depositi. Queste due attività verranno eseguite nel corso della prima settimana di settembre in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e il Dipartimento di Scienze Fisiche e della Terra dell’Università di Ferrara.
Ministero dei Beni Culturali Università degli Studi di Ferrara Max Planck Institute Banca Valpolicella Roberto Gardina Albino Arbani

Last Neandertals, first anatomically modern humans in western Europe: the same technical logic?

Evaluating contact and the phylogenetic relationship between the Chatelperronian, Uluzzian and proto-Aurignacian from first hand-analysis of two key sequences: Les Cottés and Fumane. Coordinatore: Marie Soressi, University of Leiden Promotori: University of Leiden, Institut National de Recherche Préventive, Università di Ferrara Partner: Foundation Fyssen Periodo: gennaio 2012 – febbraio 2014 The most popular models on phylogenetic links and contact between the different groups of the Early Upper Paleolithic in western Europe have recently been challenged by new discoveries. The influence of contact between the different groups occupying the area and the question of the local evolution from one group to the other arise now from the Chatelperronian, Uluzzian , and proto-Aurignacian. With this collaborative project, which brings together a team of dynamic Italian and French researchers, we will refine the understanding of the relationship between these industries. We will accomplish – for the first time – a first hand analysis of these industries. This comparison will be on two key sequences, in two sites that we are excavating ourselves and in which the stratigraphical control is particularly precise. These two sites, Les Cottés and Fumane, are rare in western Europe as they deliver continuous stratigraphical sequences for these periods, and they both contain a proto-Aurignacian occupation. Our approach relies on a classical technological analysis allowing for the discussion of the similarities with the production logic – and even maybe the use logic – of stone tools made by Neandertals and anatomically modern humans. We will also make good use of our interpretations of models recently developed from ethnographic data regarding the diagnostic of contacts between groups.
Fondation Fyssen Università di Ferrara